Oggi accendiamo i riflettori su un altro ospite di ALP 2019: Paolo Maria Noseda, che si definisce interprete, traduttore, speech coach, ghost writer, consulente nell’ambito della comunicazione internazionale, scrittore e occasionalmente insegnante e studente. Curioso, amante delle arti e delle manifestazioni umane, nessuna esclusa.

Sicuramente l'avete già visto al Festival di Sanremo, a Che tempo che fa o in qualche altro programma RAI.   Paolo Maria Noseda è #lavocedeglialtri,  famosi e meno famosi... Impareremo molto dalla sua esperienza! 

 

Cosa sognavi di fare da bambino? 

Il medico. Per molti anni sono stato affascinato dal corpo, dalle sue funzioni e da come siamo costruiti. Poi, mi affascinava poter capire di cosa siamo fatti. Mi feci regalare un modellino tridimensionale che si poteva smontare per imparare tutte le componenti del nostro organismo. Poi scoprii che davvero, come dice qualcuno, siamo fatti della materia dei sogni e delle parole.

Quando è iniziata la tua carriera e cosa ti ha spinto a diventare interprete?  

La mia carriera iniziò nel 1978 immediatamente dopo la fine degli studi. L’amore per la comunicazione, per ciò che si scopre imparando una lingua e vivendo in vari Paesi, il sentirmi a casa ovunque stessi bene e, quindi, da Bruxelles, a Parigi, a Londra, ma anche in un piccolo paesino della Spagna o in una cittadina tedesca o svizzera. Credo che la vera molla che mi abbia spinto a diventare interprete sia stato l’amore per le manifestazioni dell’intelligenza degli esseri umani, una fra le quali è la comunicazione.

Poi scoprii che davvero, come dice qualcuno, siamo fatti della materia dei sogni e delle parole.

Se potessi retrocedere nel tempo, cosa diresti al tuo “io” principiante?  

Studia più lingue quando puoi e non sei completamente assorbito dal lavoro.  

 

Qual è l’aspetto più difficile del tuo lavoro? E quello che ti appaga di più?   

Tutto è difficile e tutto può essere meraviglioso, dipende sempre da noi. L’unica difficoltà fisica sono gli spostamenti dopo una lunga giornata di lavoro, ma si superano anche quelli vendendo l’auto e viaggiando con i mezzi pubblici.  

 

Credo che la vera molla che mi abbia spinto a diventare interprete sia stato l’amore per le manifestazioni dell’intelligenza degli esseri umani, una fra le quali è la comunicazione.

Ci potresti raccontare brevemente qualche aneddoto divertente o momento imbarazzante durante qualche interpretazione?  

La vita intera è costellata di situazioni divertenti e imbarazzanti. Invece che raccontare aneddoti, di cui per altro è pieno il mio libro “La voce degli altri”, vorrei solo porre l’accento sulla necessità di essere disponibili sempre, sia al divertimento che all’imbarazzo aiutando chi si diverte a divertirsi di più e chi si ritrova in una situazione imbarazzante a risolverla con meno danni possibile.   

 

A tuo avviso, quali sono le qualità che deve possedere un buon interprete?   

Non vergognarsi di essere “umano” e il rispetto per tutti.  

 

Vuoi darci qualche anticipazione e/o curiosità sul tuo intervento?   

 Vorrei parlare di che cosa significa, per chi si occupa di comunicazione transnazionale, stare dentro il mondo oggi, anche quello del lavoro, ma non solo. Dell’importanza che “capire” e aiutare a “comprendersi” riveste nel nostro mondo. Di come la comunicazione cambi costantemente i punti di vista, come un camaleonte cambia al cambiare dell’intensità della luce, di come le idee non abbiano confini e di come si possa, grazie al rispetto, alla creatività e all’apprendimento essere pronti ad affrontare le esperienze che la dinamicità della vita ci offre.   

 

Ne approfittiamo per ringraziarti nuovamente per aver accettato il nostro invito. Perché hai accettato di partecipare attivamente ad ALP?   

Perché non bisogna avere aura di mettersi a disposizione, di dare ciò che si è ricevuto per poter essere nutriti dal confronto con le esperienze degli altri e con tutto ciò che non possiamo sapere o ci è sfuggito e, poi, perché le generazioni non siano uno scoglio ma una possibilità in più di collaborazione.  

 

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